
Audioguida

Informazioni
Orari biblioteca: lun. 14.30-20, da mart. a ven. 10-20, sab. 10-19.
Scavi archeologici: lun 15-18.30, da mart. a sab. dalle 10-13.30 e dalle 15 alle 18.30.

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Descrizione
Di fronte alla statua del Nettuno, nell’ex Sala Borsa, è stata realizzata una grande biblioteca multimediale. Il recupero dell’area e la destinazione a luogo di cultura è avvenuto nel 1999, all’interno di un più vasto progetto di riqualificazione denominato Parco Urbano di Piazza Maggiore. La ristrutturazione ha rispettato l’impianto del preesistente architettonico e la stratificazione degli edifici che si è formata in sette secoli di storia urbana. Oggi, negli scavi visibili sotto il cristallo, sono visibili resti romani, forse pertinenti al forum di Bononia.
La costruzione, realizzata in struttura metallica secondo i nuovi gusti del tempo, risale al 1883 ed occupò lo spazio dell’antico giardino del Legato. Il vasto ambiente fu usato come borsa ed anche come cafè chantant finchè la borsa nel 1893 venne trasferita presso la Mercanzia. In seguito ospitò un ristorante popolare e dal 1922 fu concessa alla Cassa di Risparmio per cinquant’anni. In quell’occasione l’edificio fu sopraelevato di due piani con relativi ballatoi affacciati al vasto spazio coperto.
Nel dopoguerra, a seguito di una prima ristrutturazione, la sala ospitò anche incontri sportivi di basket e di boxe ed anche comizi politici. Fu però con la ristrutturazioni di cui inizialmente abbiamo detto, che l’ex Sala Borsa e le adiacenti ex scuderie del Cardinal Legato furono adibite a biblioteca pubblica.
Curiosità Biblioteca Salaborsa
C’è un punto di Piazza Nettuno, a fianco dell’entrata della biblioteca che non potrà lasciarvi indifferenti. Sono le centinaia di volti sconosciuti, per lo più giovani, che ci fissano per l’eternità: sono i caduti partigiani durante la lotta di liberazione contro l’occupazione nazifascista del 1943-1944.
Contro il muro dell’ex Sala Borsa vennero infatti fucilati molti partigiani, in un luogo centralissimo affinchè tutti potessero vederli e ciò servisse da monito.
Dopo la liberazione, il 21 aprile 1945, furono le donne a costruire questo sacrario in un moto spontaneo che le portò ad affiggere sul muro le foto dei propri cari deceduti. Il Sacrario dei partigiani acquista di senso con il trascorrere del tempo e gli sguardi di quelle foto ci fisseranno per sempre.
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