Palazzina Majani Bologna

 

La palazzina venne realizzata su progetto di Augusto Sezanne nel 1904 e rappresenta uno splendido esempio dello stile liberty di Bologna. Nel 1939, a seguito di un incendio che ne distrusse l’interno, venne rimodernata dall’architetto Melchiorre Bega.

Di proprietà della ditta Majani, nota azienda dolciaria bolognese fondata nel 1796 e primo produttore italiano di scorze solide di cioccolata, in origine ospitava al pianterreno il laboratorio e un caffè. Il piano superiore era invece adibito a sala da ballo. Qui spesso suonava l’orchestra, e dall’ampia terrazza piena di tavolini uscivano i suoni che si udivano anche dalle vie adiacenti.

Nel 1911 la Majani creò il famoso Cremino Fiat, riuscendo a far sciogliere il cuore di molti. Incluso l’intellettuale Gabriele D’Annunzio che, stando alle cronache dell’epoca, dichiarò: “ogni volta che mi trovo a Bologna vado da Majani ad acquistare cioccolatini Fiat”.

Ed in effetti la palazzina Majani famosa lo è sempre stata.

Per tutta la prima metà del Novecento è stato punto di incontro di artisti e personaggi illustri che erano ospiti del vicino Grand Hotel Baglioni (oggi Hotel Majestic). All’interno del caffè vi si potevano incontrare personaggi del calibro di Wanda Osiris, Renato Rascel, Totò, Mario con le Bluebell, solo per citarne alcuni.

 

La posizione e le polemiche

 

La palazzina Majani è situata in pieno centro storico a Bologna, all’inizio di via Indipendenza (guarda la posizione).

Proprio la sua posizione, unita ai disegni degli architetti, alimentarono le polemiche sull’edificio.

L’idea del progettista era infatti quella di costruire nel fulcro di Bologna una sedia viennese che si potesse distinguere nel panorama medievale delle costruzioni del centro storico.

Tuttavia, nonostante la sua indiscutibile bellezza, i più tradizionalisti la definirono sì in tale modo, ma quasi con disprezzo: “pare una seggiola di Vienna messa lì a urtare le gambe dei passanti”.

Non solo.

La sala da ballo e la terrazza con i tavolini all’aperto, dove un tempo suonavano gli orchestrali, vennero descritti dai detrattori come…un pretenzioso chepì gallonato, per la sua sporgenza dalla linea dei palazzi.

Anche in questo caso quindi i critici non andarono di certo per il sottile. Voi cosa ne pensate?

Dopo la chiusura del 1953, il caffè Majani fece posto ad una banca. E successivamente ad un negozio di abbigliamento low-cost.

 

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La Palazzina Majani di Bologna: tra bellezza e polemiche

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