Le due Torri sono il simbolo di Bologna….e questo è ormai noto…ma le stesse nascondono davvero molti aneddoti e vicissitudini interessanti. Proprio come questa che racconteremo, legata al custode della torre degli Asinelli, e per la quale bisogna tornare indietro di oltre un secolo….siamo addirittura nel febbraio dell’anno 1900…
Morte sulla Torre degli Asinelli
Non saliva volentieri sulla torre il custode Antonio Armaroli.
Preferiva lavorare nel buio del suo sgabuzzino, proprio all’interno dell’ingresso al pubblico, dove riparava scarpe per arrotondare il magro salario. Ma orgoglioso di avere in consegna il più famoso monumento di Bologna.
Simbolo addirittura della città stessa.
Riceveva uno stipendio di 60 lire all’anno, che proprio nell’anno 1900 gli era stato aumentato a 100, ma era pur sempre scarso per lui. Un tempo lo arrotondava con le mance dei visitatori, ma diventavano purtroppo sempre più rare.
Non amava salire sulla torre, nonostante fosse pompiere onorario, ma questa volta una mancia cospicua lo attirò. E’ quella che gli offrì il russo Alex Abrikonoff che era in viaggio di nozze con la moglie a Bologna. La coppia alloggiava al lussuoso Hotel Brun, e verso le 16 del 12 febbraio si recarono a Piazza Ravegnana, desiderosi di visitare la famosa Torre Asinelli.
L’ascesa sulla Torre Asinelli
Il custode, nonostante il suoi 69 anni, decise di accompagnarli su per gli impervi gradini, 497 per l’esattezza, che avrebbero fatto venire il fiatone anche ai giovani sposi.
Arrivati sulla piattaforma mostrò loro con i cannocchiali lo spettacolare panorama dei tetti bolognesi.
Alla richiesta dei forestieri di entrare nella cupola con la campana, salì ancora su per la scaletta e aprì la finestra che affacciava su via Mazzini e via San Vitale.
I giovani si affacciarono e si dilungarono nello stupore dell’osservazione e quando si girarono per chiedere qualche informazione non videro più il custode.
Per un attimo temettero di essere stati abbandonati.
L’attimo dopo videro il povero Armaroli steso a terra. Ciò che più temeva si era tragicamente avverato: un attacco di cuore.
La coppia, in preda allo choc, scese di corsa i gradini che sembrava non finissero mai: con l’affanno che gli stringeva il cuore avvertirono le guardie municipali, che a loro volta avvisarono i carabinieri e un medico che per caso passava da via Mazzini.
Purtroppo nulla più si poteva fare per lo sfortunato custode e furono avvisati i parenti e la moglie Anna, che subito accorsero nel luogo del decesso.
L’ultimo viaggio giù per le scale dell’Asinelli, Antonio Armaroli lo fece trasportato da tre pompieri, i colleghi con cui avrebbe preso volentieri un altro caffè!
Piaciuto l’articolo?
(cit.: Antonio Bagnoli e Nathalie Anne Dodd, Le strade del mistero di Bologna, Newton Compton; foto ig giolidestri)
Storie di vita reale
Senza dubbio, storie reali legate a Bologna. Grazie Roberto