Chi lo ricorda con la sua vecchia bici per Bologna?
Nelle nevose sere del rigido inverno bolognese, ai cittadini della rigogliosa città delle due torri, che tornavano dal cinema e dai ristoranti del centro, illuminati e ben riscaldati, familiare era l’incontro con l’ammantellata e freddolosa figura di un prete dalla grigia barba arruffata che, umile e sorridente, tendeva il suo cappello per raccogliere l’elemosina.
Quel prete, nelle lunghe e rigide sere , paziente e infreddolito, rimaneva alla porta dei locali pubblici.
Era don Marella.
Figura diventata popolare e cara a Bologna. Già già professore di liceo e uomo di cultura, aveva disertato la cattedra e i banchi per consacrarsi all’assistenza degli orfani.
Gelato e paziente, camminando per riscaldarsi, avvicinava la gente soddisfatta e ben nutrita, che entrava e usciva dai locali, ed era meglio disposta alla comprensione della infelicità che batteva alle porte del loro benessere, per porre l’eloquente istanza del bisogno.
Tutti conoscevano ormai chi era don Marella. Il suo gesto paziente e sacro edificava e turbava. Poteva essere un richiamo, come un rimorso.
Ma soprattutto era irresistibile il fatto che un uomo come lui si umiliasse ad elemosinare per strappare dei ragazzi all’abbandono e alla perdizione.
Non poche persone, nelle notti algide, sostavano a conversare rispettosamente con lui.
IL PRETE DELLA SPORTA
Dopo mezzanotte, finita la questua, inforcata una primordiale bicicletta (non gliene abbiamo mai vista una migliore di quel catenaccio!), con appesa al manubrio una grande borsa, don Marella, come un’ombra, ripercorreva le strade porticate, i vicoli silenziosi, fino alla modesta sede dove aveva cominciato la sua spontanea e ardua impresa di carità per i fanciulli abbandonati.
La mattina di ogni giorno dell’anno la scena si ripeteva in altri punti strategici di Bologna. Vale a dire nei mercati rionali e comunali.
Con la stessa bicicletta, montata dalla grossa sporta, don Marella pellegrinava tra bancarelle e popolo. A raccogliere ciò che di verdura, di frutta o di carni restava dalle vendite mattutine o che volontariamente l’umile gente del mercato gli offriva.
Padre Marella non è più fisicamente con i suoi ragazzi. La sua presenza resta e resterà una testimonianza unica di una persona che non ha cercato le tribune pubblicitarie o le lunghe dissertazioni nelle controversie. Bensì il silenzio delle dedizioni ignorate.
Ora un bassorilievo sullo spigolo tra via Caprarie e via Drapperie ricorda la sua presenza e la sua opera proprio nel luogo in cui i bolognesi lo videro per lustri.
(cit. archivio storico del Resto del Carlino, foto chiesa di Bologna)
chi ha dia;chi non ha prenda.concetto di padre marella .
Grazie mille David, davvero un bell’esempio da seguire. Grazie
Padre Marella coscienza di Bologna, uomo della carità, un santo dei nostri giorni.
Non c’è dubbio Roberta, grazie!
Il 6 settembre 2019 saranno 50 anni dalla morte di padre marella.
L’opera marella lo ricorderà con una santa messa a Bologna in San Pietro alle ore 17,30 con la presenza dell’arcivescovo zuppi.
Diocesi di Bologna in festa: padre Olinto Marella sarà beatificato il 4 ottobre 2020.
Notizia fantastica!!