Eletta da Carducci come sua “seconda patria”, Bologna svela in molti luoghi il passaggio del Vate.
Ripercorrerne le tracce richiede di partire da quella libreria Zanichelli sotto il portico del Pavaglione che per il poeta fu, più che un ufficio dove lavorare, un punto di riferimento.
In via Zamboni 33, sede dell’Università, esiste un’aula Carducci a ricordo delle lezioni di letteratura italiana del professore.
La città, presente in diverse liriche delle Odi Barbare, mostra il suo volto più triste e nostalgico nel giardino di via Broccaindosso 20. Qui si cui si affacciava la casa in cui visse tra il 1861 e il 1876 e in cui vide morire il figlioletto Dante di appena tre anni.
Il giardino c’è ancora e anche il verde melograno a cui il bimbo tendeva la pargoletta mano.
E poi c’è la storica dimora divenuta Casa Carducci con museo e giardino-memoriale nell’omonima piazza a lato di via Dante.
L’ultimo luogo Carducciano è in Certosa dove, subito dopo l’entrata del Meloncello del cimitero, si trova la tomba monumentale, in sobrio marmo scuro, di questo bolognese d’adozione.
CASA CARDUCCI
Dal 1890, e fino alla morte avvenuta nel 1907, il Premio Nobel per la letteratura abitò in una chiesetta sconsacrata adibita a civile abitazione.
La chiesetta si trovava collocata proprio lungo la terza cerchia delle mura cittadine tra porta Maggiore e porta Santo Stefano. Si affaccia sull’attuale Piazza Carducci.
Si tratta dell’ex chiesa di Santa Maria della Pietà, conosciuta anche come chiesa del Piombo. Fu infatti ritrovato, in quella zona, un bassorilievo in piombo raffigurante la Madonna con il Cristo morto e San Giovanni Battista.
Durante la settimana santa del 1712 la chiesa fu semidistrutta da un incendio, ma fu presto ricostruita e abbellita finchè le leggi napoleoniche non ne sancirono la soppressione.
L’archivio e l’abitazione del poeta vennero acquistati dalla Regina Margherita. Egli era ancora in vita e la Regina volle aiutarlo economicamente.
Dopo la morte di Carducci, la regina donò tutto al Comune, il quale ne fece la casa-museo attuale.
In essa, oltre all’appartamento privato, si possono vedere la ricchissima biblioteca, documenti e oggetti appartenuti al proprietario. Si può inoltre accede al centro-studi specializzato sull’opera del poeta e sulla letteratura tra Ottocento e Novecento.
Nel giardino accanto alla casa troneggia un grande monumento in marmo dedicato a Carducci e alla sua opera realizzato dallo scultore Leonardo Bistolfi.
IL MUSEO DEL RISORGIMENTO
Dal 1990, il Museo del Risorgimento, si trova al piano terra di Casa Carducci. Esso conserva una collezione di oltre tremila oggetti dell’epoca compresa tra la rivoluzione francese e la prima guerra mondiale.
Oltre ad un centinaio di dipinti e sculture, custodisce bandiere e fazzoletti patriottici, uniformi e un ricco campionario di armi bianche e da fuoco, tra cui quelle appartenute a Gioacchino Murat.
In biblioteca si trovano sessanta mila volumi relativi alla storia d’Italia dal Risorgimento al secondo conflitto mondiale, con una ricca sezione sulla storia di Bologna.
All’interno del museo sono inoltre conservati documenti relativi al cimitero monumentale della Certosa, per cui vengono organizzate visite guidate.
Un ricco database on line contiene descrizioni di monumenti funebri, palazzi e musei, biografie di personaggi bolognesi, schede di approfondimento che contribuiscono a ricostruire la storia della città tra Ottocento e Novecento.
(fonte: Serena Bersani, il giro di Bologna in 501 luoghi, Newton Compton)
Articolo ben scritto e piuttosto curato.. leggere questi articoli arricchisce sempre.. grazie
Grazie Rita, sempre attenta lettrice! Grazie!