Statua del Nettuno di Bologna
Quel bellimbusto di Nettuno. Ci vorrebbe la foglia di fico?

Voi vi coprireste gli occhi col ventaglio, ciò che non fanno le dame di Bologna”, scriveva nel ‘700 l’abate francese Gabriel Francois Coyer, alludendo alla virilità della statua del Nettuno.

Proprio in quello scorcio di tempo si discuteva al senato bolognese se alla divinità marina si dovesse imporre la foglia di fico.

Si decise di lasciarlo così come l’aveva scolpito il nel 1654 l’artista fiammingo Jean de Boulogne, ribattezzato Gianbologna.

Un nuovo tentativo di castigare l’impudico si ebbe nel marzo 1929, subito dopo la firma del Concordato.

Durante la notte mani ignote misero al gigante un paio di mutandoni.

Attraverso i secoli il dio non ha perso la sua nera jattanza. Per fargli posto, il palermitano Tommaso Laureti abbattè alcune case e gli dedicò l’intera piazza.

Fu proclamata anche una legge speciale che puniva con 50 staffilate i ragazzi che avessero danneggiato la fontana, mentre agli adulti si imponevano tre tratti di corda!!

 Le copie della statua

Della statua esiste una copia nel castello di Laken a Bruxelles, ordinata da Leopoldo III, e un’altra in un albergo di Las Vegas.

 

(fonte: Filippo e Fabio Raffaelli, Passeggiate bolognesi).

 

 

La statua del Nettuno di Bologna: ci vorrebbe la foglia di fico?

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